Dal 5 dicembre (ore 18.00) al 13 gennaio 2023
Orari: 10 – 13.30 / 16:00-19:30, dal Lunedì al Venerdì
Galleria La Nuova Pesa - Via del Corso 530, Roma

 

La collaborazione tra l’artista visiva Licia Galizia e Michelangelo Lupone è iniziata nel 2006 su un progetto di opera scultoreo-musicale adattiva, cioè in grado di trasformarsi musicalmente in base all’interazione del pubblico e al trascorrere del tempo. In questi anni i due artisti, ai quali si è unita la compositrice Laura Bianchini.

hanno creato diverse opere adattive sempre più orientate alla fruizione che coinvolge i diversi ambiti percettivi. Le loro opere integrano la musica alla forma scultorea attraverso lo sfruttamento della vibrazione dei materiali. Ogni opera si presenta con forme, materiali e colori diversi e si completano con una scrittura musicale specifica, appositamente studiata, sensibile alle interazioni con il pubblico e l’ambiente.
Gli studi vibrazionali sui materiali di diverse forme, sono condotti da questi tre artisti presso il CRM Centro Ricerche Musicali di Roma e costituiscono la base delle tecnologie dette Planofoni® (piani che trasmettono il suono).
La concezione innovativa delle opere scultoreo musicali, risiede nella completa integrazione della musica alla forma plastica: la partitura musicale si basa, infatti, sui timbri e le altezze generati dalle forme messe in vibrazione. Il tempo e lo spazio, rispettivamente dominio privilegiato della musica e della forma plastica, convergono fino a coincidere in un’esperienza di fruizione nuova, sia per l’opera musicale sia per quella visiva.
Le forme d’arte musicali interattive-adattive esercitano uno stimolo multisensoriale ed esortano il fruitore a stabilire una relazione non solo emozionale ma anche speculativa con ciò che gli viene proposto. Si tratta di opere che manifestano concetti, forme, materiali, modi di fruizione che, per le loro nuove e inconsuete caratteristiche, stimolano la curiosità, inducono alla partecipazione attiva e responsabile. Inoltre, stimolano la riflessione e inducono a relazionare accadimenti e azioni, in apparenza non connessi nel presente, per prevedere o presumere le loro interazioni e conseguenze future.

Il progetto “Codici & Sorgenti
La mostra presenta opere che, pur essendo parte di due distinti progetti, ben si integrano e armonizzano sia per l’equilibrio cromatico e visivo sia per le caratteristiche musicali.

La prima opera “Codici a Tratti”, parte del ciclo “Codici” di Galizia | Lupone (2018), dedicato alla comunicazione non verbale, si fonda sulla dialettica tra gli impulsi emozionali e le scelte razionali: questi elementi partecipano in modo congiunto alla definizione dello stato fisico e psicologico di un individuo, e determinano i modi di comunicazione non verbale con gli altri esseri umani. Sono caratteristiche proprie del dominio musicale e ciò permette all’opera di divenire performativa potendo dialogare con la musica prodotta da uno strumento d’orchestra.

La seconda e la terza opera “Acqua 1” (Galizia | Lupone, 2018) e “Acqua 5” (Galizia | Bianchini”, 2018) costituiscono i due estremi di una installazione dal titolo “Acqua” composta da cinque elementi scultoreo-musicali, quante sono le lettere che compongono la parola “acqua”. Le cinque parti segnano un percorso di graduale chiarificazione della materia, di sublimazione della purezza. Dal primo elemento nero (Acqua1), si giunge, come in un percorso segnato da progressivi toni di grigio, alla luminosa presenza del bianco dell’ultimo elemento (Acqua 5).
Le opere, sia nella prima versione, che in quest’ultima, risultano connesse tra loro digitalmente in un rimando di suoni in cui il dialogo tra i due musicisti si fa serrato e diretto.
A Michelangelo Lupone è affidata la realizzazione musicale dell’acqua scura, mentre a Laura Bianchini quella dell’acqua chiara.
I suoni gravi, grezzi e quasi indistinguibili del primo elemento (Acqua1), si intrecciano in una tessitura densa che man mano va sfibrandosi, in un processo filiforme, fino all’elemento più chiaro che chiude il processo con una prosodia leggera e bianca come una carezza.

Via dei Canti, 2019
Licia Galizia scultura | Laura Bianchini musica
Via dei Canti, è un progetto vincitore del bando ARTE SUI CAMMINI promosso dalla Regione Lazio, realizzato lungo il Cammino Spirituale di Benedetto, a Trevi nel Lazio (FR), situato tra i Monti Simbruini e i Monti Ernici. Comprende tre opere che formano un breve percorso, che da Largo Aniene arriva all’acropoli, in un contesto storico, architettonico e naturalistico tra i più suggestivi del Lazio.
L’incontro con il pubblico narra un’esperienza singolare di Arte Pubblica che ha visto la realizzazione di tre sculture musicali interattive-adattive permanenti all’interno del borgo antico di Trevi.

Foce, dedicata all’acqua, al suo “sorgere” e al suo scorrere segnando un “cammino” vitale nel territorio. Prima opera del percorso della Via dei Canti, è situata in una piazzetta non accessibile al traffico. Composta da volumi di diversa grandezza in acciaio inox, verniciato verde-azzurro, si sviluppa lungo un muro di pietra. L’opera ha integrato una fontana esistente attraverso la quale le persone interagiscono. Aprendo il rubinetto dell’acqua la musica prende avvio e si trasforma nel tempo seguendo le azioni del visitatore, Il suo carattere musicale è vivace e coinvolgente ma a tratti anche fluido e intimo.
Chiudendo l’acqua gli eventi si attenuano fino a scomparire per lasciare spazio ad un’ambientazione lieve e fluida con un’articolazione polifonica che permane per alcuni minuti.

Aquiloni, dedicata all’aria e al vento caratteristico del territorio (Aquilone), s’incontra proseguendo il percorso verso l’acropoli. Sospesa al soffitto dell’arco antico a tutto sesto che congiunge piazza degli Angeli con via Civita, è composta da tre elementi in rame di diversa grandezza e colorazione (naturale, bruno, verde-azzurro) che ricordano gli aquiloni o le ali di un uccello.
La musica è avvolgente e si attiva al passaggio dei visitatori accompagnandoli con eventi musicali repentini e dinamici. Sostando sotto l’arco e alzando le braccia o semplicemente muovendosi nell’area, l’opera inizia a dialogare con il visitatore con eventi musicali dinamici caratterizzati dalla velocità e dalla variazione dei timbri e da accadimenti musicali cangianti la cui durata è legata all’azione del visitatore stesso. Quando l’azione viene interrotta l’opera lascia una traccia musicale delicata e riflessiva che permane per alcuni secondi.
Un punto di sosta che permette di vivere un’esperienza sensoriale intensa che si rinnova ogni volta al passaggio.

Terra e Cielo, in acciaio corten e inox è l’ultima opera del percorso ed è dedicata alla terra. Nasce infatti da essa assumendo nella parte iniziale la forma di ampie faglie che emergono dal terreno, si sovrappongono creando un solido basamento per gli elementi tubiformi sagomati di varie dimensioni che da questo dipartono. Questi ultimi si inerpicano in alto, come canne d’organo di varia grandezza in grado di diffondere la musica all’intera area circostante, diramandosi e frastagliandosi lungo la parete che li sostiene. La graduale elevazione della struttura verso l’alto fa sì che essa si distacchi dalla Terra, quindi dalla sua radice o luogo di appartenenza e immanenza e si innalzi verso l’alto, verso il Cielo, verso una dimensione spirituale.
Il visitatore può interagire cantando o parlando nei due condotti esterni attivando con la voce eventi musicali cangianti che ne seguono la prosodia e che, a tratti, si trasformano in canti sublimati.
L’incontro con ciascuna delle opere rappresenta un tempo e un luogo di partecipazione creativa. Con la sua presenza e con la sua azione il visitatore interagisce con esse determinandone un cambiamento. La risposta non è mai la stessa perché ogni opera è in grado di “ricordare” l’azione precedente e quindi di variarla.
Il progetto intende essere una proposta, un esempio di come la creatività interviene nell’immaginario comune, sollecitando la fantasia verso un futuro plausibile e verso forme di relazione tra esseri umani, per il miglioramento della qualità della vita.

Foce, 2019
Acciaio inox satinato, vernice cangiante
dimensione ambientale
Largo Aniene, Trevi nel Lazio, 2019

Aquiloni, 2019
Rame nelle diverse fasi di ossidazione, ferro
Dimensione ambientale
Via Civita, Trevi nel Lazio, 2019

Tra cielo e terra, 2019
Acciaio corten e acciaio inox specchiato
Dimensioni ambientale
Largo Capitano Massimi, Trevi nel Lazio, 2019


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