Roma, 13 Settembre 2008
Opera in tre parti di Nicola Sani per voce di basso solista e soundtrack digitale (creazione assoluta nella versione integrale)
Voices beyond the edge (1999) parte dalla ricerca di una nuova funzione drammaturgica della vocalità. Si suddivide in tre parti e un finale, ognuna delle quali attraversa una serie di tematiche che la caratterizzano. La successione dei testi non delinea un racconto definito, ma traccia delle tonalità, dei percorsi, che procedono per associazione o per contrapposizione lungo traiettorie del pensiero e della poesia dall’antichità fino al nostro tempo. È una meditazione interiore, una dedica personale al mondo intellettuale, culturale, musicale nel quale mi sono formato e che ha avuto un’importanza determinante per la formazione del mio linguaggio espressivo. Voices beyond the edge delinea questo percorso attraverso i suoni e i testi, facendo scaturire altri suoni e altri testi, una polifonia di avvenimenti che si sviluppano in un territorio di sintesi fra suono e poesia.
Nella prima parte una serie di frammenti ruotano attorno all’idea della formazione dell’individuo e alla necessità di rompere i vincoli del sapere imposti dal potere.
Nella seconda parte si sviluppa l’idea del naufragio della storia e della ricerca dell’utopia come luogo (anche sonoro) di riscatto da cui ricostruire la personalità dell’uomo e sviluppare il suo libero pensiero.
Nella terza parte l’argomento della presa di coscienza dell’individuo nella società e la consapevolezza del suo potenziale antagonista si unisce al sentimento di nostalgia per la perdita definitiva della condizione ideale e per l’impossibilità di uscire dallo stato di solitudine ed isolamento.
L’elaborazione della voce, il suo risuonare nello spazio, il suo trasformarsi nel tempo, è l’elemento centrale di questa composizione, dove avvengono due operazioni intrecciate: la continua contaminazione di materiali sonori e poetici, che viene effettuata attraverso il montaggio, l’elaborazione e la sovrapposizione dei testi nella dimensione spazio-temporale e la creazione di uno sviluppo drammaturgico attraverso il quale si articola l’azione sonora.
Il senso di questa composizione, di questo viaggio attraverso diverse forme e aspetti della vocalità “espansa” è quello di poter esplorare profondamente il rapporto fra suono e dimensione poetica, drammaturgica. Una musica che è anche testimonianza, azione, meditazione, pensiero, ricerca. È una navigazione attraverso le forme della nuova vocalità, proiettata nello spazio ed esplorata attraverso le tecniche digitali. Questo progetto si inserisce nella mia ricerca sulle “periferie del suono” e sulle molteplici possibilità di relazione fra testo poetico, drammaturgia teatrale, suono ed elaborazione elettroacustica nello spazio, verso nuove forme di comunicazione sonora.
I testi sono tratti da un ampio arco di scritture, dalla poesia, alla cronaca, alla storia e alla narrativa. Organizzati a loro volta in tre parti e un Finale, formano un mosaico di continui riferimenti e rimandi tra loro intrecciati, collegati tra loro dalla voce di basso utilizzata come elemento solista. In questo “drammaturgia concertata” di voci, lo spazio assume un’importanza fondamentale. Il materiale sonoro viene proiettato nello spazio, utilizzando l’ambiente come uno dei parametri strutturali della composizione. Non si tratta di una “spazializzazione”, quanto di una composizione “nello spazio”, organizzata nell’ambiente con uno specifico lavoro di movimenti timbrici e dinamici tra le parti, grazie alle tecnologie messe a disposizione dall’Elektronisches Studio della Technische Universität di Berlino.
Voices beyond the edge è dedicata al compositore italiano Luigi Nono, scomparso a Venezia l’8 Maggio del 1990.è edita dalla Edizioni Suvini-Zerboni, Milano.