All’incontro aperto a tutta la cittadinanza, hanno partecipato le due artiste, gli architetti Prisco e Quilici rappresentanti della Regione, il sindaco di Trevi Silvio Grazioli, l’arch. Emanuela Mentuccia che ha parlato del progetto esecutivo e di inserimento paesaggistico e di Silvia Lanzalone che ha illustrato il programma software di controllo, entrambe delo staff che collabora al progetto.
Dal titolo Foce, Aquiloni, Terra e Cielo le tre opere sono in grado di interagire con il pubblico e di adattarsi alle condizioni ambientali, modulando la loro vita musicale in funzione del contesto: la presenza, la posizione, la gestualità del pubblico, le variazioni della voce, le azioni tattili effettuate su di esse.
A Trevi è dedicato il progetto che, prendendo ispirazione dal significato del suo nome (trivio), sviluppa concettualmente la poetica e la struttura dell’installazione su tre elementi: tre come gli elementi di cui è ricco l’antico borgo (terra, intesa come vegetazione, aria e acqua incontaminate).
All’acqua è ispirata Foce, la prima che il visitatore, arrivando al centro del paese, incontra nel suo cammino. E’ concepita per essere radicata nel muro in pietra della piazzetta di Largo Aniene, dove attualmente è collocata una fontana. La musica prende avvio dal suono dell’acqua che si trasforma nel tempo seguendo l’interazione del pubblico con un’articolazione polifonica dal carattere musicale fluido e intimo ma a tratti vivace e coinvolgente.
Aquiloni, situata a metà del percorso, prende ispirazione dal vento caratteristico del territorio, un vento violento proveniente da nord est, dalla gente del paese definito “l’Aquilone”. Installata in Piazza degli Angeli, l’opera nasce per occupare la parte alta di un antico e significativo luogo di passaggio definito sul fronte da un antico arco a tutto sesto in pietra. Il visitatore, passando sotto l’arco, con la sua presenza dà vita all’opera.
Infine, situata in Piazza Capitano Massimi, nel punto più alto del paese ove è ubicato il Castello Caetani, la terza opera Terra e Cielo è ispirata alla concretezza della materia ma anche al distacco da essa per l’ascesa verso l’immaterialità del cielo. La struttura nasce dalla terra e, innalzandosi, si trasforma in condotti sagomati di varie dimensioni che, come canne d’organo, diffondono la musica all’intera area circostante; un riferimento suggestivo al prezioso organo del Bonifazi che si trova nella Collegiata di Santa Maria Assunta (XIII sec.). L’opera interagisce con il visitatore quando questi si avvicina ai condotti più sottili e soffia, canta o parla all’interno di essi.
L’inaugurazione delle tre opere si terrà il 3 maggio.
Via dei Canti” fa parte di Arte sui Cammini, che raccoglie 7 progetti di arte contemporanea finanziati dalla Regione Lazio per la valorizzazione dei Cammini della spiritualità del territorio.
maggiori info: Scheda dell'opera