Trevi nel Lazio (FR), 31 agosto ore 17.00 - Sala San Pietro
Presentazione dell'opera VIA DEI CANTI a cura di LAURA BIANCHINI
A seguire visita alle opere
Largo Aniene, P.zza degli Angeli, P.zza Capitano Massimi
L’incontro con il pubblico narra un’esperienza singolare di Arte Pubblica che ha visto la realizzazione di tre sculture musicali interattive-adattive di LAURA BIANCHINI (musica) e LICIA GALIZIA (sculture) nel borgo antico di Trevi Nel Lazio, situato tra i Monti Simbruini e i Monti Ernici.
“Via dei Canti” è parte del progetto ARTE SUI CAMMINI promosso dalla Regione Lazio, realizzato lungo il Cammino Spirituale di Benedetto. Comprende tre opere che formano un breve percorso, che da Largo Aniene arriva all’acropoli, in un contesto storico, architettonico e naturalistico tra i più suggestivi del Lazio.
L’incontro illustra al pubblico il progetto artistico e il complesso lavoro svolto dalle artiste e dallo staff interdisciplinare artistico-scientifico del Centro Ricerche Musicali – CRM di Roma che ha maturato una grande esperienza nella progettazione e nella realizzazione di installazioni e forme d’arte integrate interattive-adattive temporanee e permanenti.
Il lavoro ha previsto diverse fasi e competenze professionali integrate.
Durante la prima fase è stato messo a punto il progetto artistico da parte delle artiste Laura Bianchini (compositrice e direttrice artistica e ideatrice del progetto) e Licia Galizia (scultrice e ideatrice delle forme plastico-spaziali).
Il progetto artistico prevede la differenziazione delle modalità di diffusione del suono e d’interazione da parte del pubblico in modo che ognuna delle opere, ispirata ad un diverso elemento caratterizzante del luogo, abbia peculiarità proprie. Per “Foce” l’acqua, per “Aquiloni” il vento, per “Terra e Cielo”, la terra e il senso di appartenenza.
Definiti i criteri artistici, il progetto esecutivo (seconda fase del lavoro) ha affrontato le questioni tecnologiche relative all’interattività e alla diffusione del suono.
Il progetto sonologico curato dal compositore Michelangelo Lupone è stato oggetto di studio e di un’attenta sperimentazione che hanno permesso soluzioni opportune ed efficaci al raggiungimento degli scopi musicali previsti dalla compositrice e l’integrazione alle forme plastiche in accordo al disegno della scultrice.
Il progetto esecutivo-costruttivo delle opere (terza fase del lavoro), sviluppato e curato da Emanuela Mentuccia (architetto) e successivamente discusso con Sistema (azienda che ha eseguito gli allestimenti), è stato redatto coerentemente alle indicazioni fornite dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici e Paesaggistiche e dagli Enti preposti, conformemente alle normative vigenti, in modo non invasivo, nel rispetto dei luoghi.
La costruzione dei prototipi e quindi delle sculture, seguita direttamente dallo staff artistico e tecnico del CRM presso i Labs di Sistema, ha avviato la quarta fase del lavoro. Parallelamente alla costruzione delle sculture sono stati predisposte all’interno di totem, ossia contenitori in cor-tèn, le tecnologie elettroniche, audio, di controllo e informatiche.
Infine, gli allestimenti a Trevi nel Lazio, iniziati il 20 aprile fino al giorno dell’inaugurazione il 3 maggio 2019, hanno concluso la quinta e ultima fase del lavoro realizzativo.
Gli allestimenti sono stati particolarmente complessi soprattutto per “Foce” e “Terra e Cielo”, che presentano un’articolazione significativa di elementi con significative difficoltà realizzative.
“Foce”, dedicata all’acqua, al suo “sorgere” e al suo scorrere segnando un “cammino” vitale nel territorio. Prima opera del percorso della Via dei Canti, è situata in una piazzetta non accessibile al traffico. Composta da volumi di diversa grandezza in acciaio inox, verniciato verde-azzurro, si sviluppa lungo un muro di pietra. L’opera ha integrato una fontana esistente attraverso la quale le persone interagiscono. Aprendo il rubinetto dell’acqua la musica prende avvio e si trasforma nel tempo seguendo le azioni del visitatore, Il suo carattere musicale è vivace e coinvolgente ma a tratti anche fluido e intimo.
L’acqua gli eventi si attenuano fino a scomparire per lasciare spazio ad un’ambientazione lieve e fluida con un’articolazione polifonica che permane per alcuni minuti.
“Aquiloni”, dedicata all’aria e al vento caratteristico del territorio (Aquilone), s’incontra proseguendo il percorso verso l’acropoli. Sospesa al soffitto dell’arco antico a tutto sesto che congiunge piazza degli Angeli con via Civita, è composta da tre elementi in rame di diversa grandezza e colorazione (naturale, bruno, verde-azzurro) che ricordano gli aquiloni o le ali di un uccello.
La musica è avvolgente e si attiva al passaggio dei visitatori accompagnandoli con eventi musicali repentini e dinamici. Sostando sotto l’arco e alzando le braccia o semplicemente muovendosi nell’area, l’opera inizia a dialogare con il visitatore con eventi musicali dinamici caratterizzati dalla velocità e dalla variazione repentina dei timbri e da accadimenti musicali cangianti la cui durata è legata all’azione del visitatore stesso. Quando l’azione viene interrotta l’opera lascia una traccia musicale delicata e riflessiva che permane per alcuni secondi.
Un punto di sosta che permette di vivere un’esperienza sensoriale intensa che si rinnova ogni volta al passaggio.
“Terra e Cielo”, in acciaio cor-tèn e inox è l’ultima opera del percorso ed è dedicata alla terra. Nasce infatti da essa assumendo nella parte iniziale la forma di ampie faglie che emergono dal terreno, si sovrappongono creando un solido basamento per gli elementi tubiformi sagomati di varie dimensioni che da questo dipartono. Questi ultimi si inerpicano in alto, come canne d’organo di varia grandezza in grado di diffondere la musica all’intera area circostante, diramandosi e frastagliandosi lungo la parete che li sostiene. La graduale elevazione della struttura verso l’alto fa sì che essa si distacchi dalla Terra, quindi dalla sua radice o luogo di appartenenza e immanenza e si innalzi verso l’alto, verso il Cielo, verso una dimensione spirituale.
Il visitatore può interagire cantando o parlando a voce sostenuta nei due condotti esterni attivando con la voce degli eventi musicali cangianti che ne seguono la prosodia e che, a tratti, si trasformano in canti sublimati.
L’incontro con ciascuna delle opere rappresenta un tempo e un luogo di partecipazione creativa. Con la sua presenza e con la sua azione il visitatore interagisce con esse determinandone un cambiamento. La risposta non è mai la stessa perché ogni opera è in grado di “ricordare” l’azione precedente e quindi di variarla.
Le forme d’arte musicali interattive-adattive esercitano uno stimolo multisensoriale ed esortano il fruitore a stabilire una relazione non solo emozionale ma anche speculativa con ciò che gli viene proposto. Si tratta di opere che manifestano concetti, forme, materiali, modi di fruizione che, per le loro nuove e inconsuete caratteristiche, stimolano la curiosità, inducono alla partecipazione attiva e responsabile. Inoltre, stimolano la riflessione e inducono a relazionare accadimenti e azioni, in apparenza non connessi nel presente, per prevedere o presumere le loro interazioni e conseguenze future.
Il progetto intende essere una proposta, un esempio di come la creatività interviene nell’immaginario comune, sollecitando la fantasia verso un futuro plausibile e verso forme di relazione tra esseri umani, per il miglioramento della qualità della vita.